martedì 14 luglio 2015

Undicesima tappa: Esdra e Neemia

In continuità con il libro precedente, Ciro II il Grande pubblica un editto che consente il ritorno degli israeliti a Canaan. Per di più affida a Sesbassar, che guida la marcia, quello che era stato trafugato dal Tempio di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor. Troviamo quindi il primo elenchino, i rimpatriati, ma siamo ancora freschi e procediamo sciolti. Purtroppo alcune famiglie di leviti hanno perso il loro registro genealogico e, non potendo dimostrare la loro discendenza, vengono escluse dal sacerdozio.
Alcuni mesi dopo, sotto Zorobabele, inizia la ricostruzione del Tempio, suscitando l'ostilità delle popolazioni che nel frattempo avevano abitato quelle terre. All'inizio fanno finta di voler dare una mano, ma gli ebrei non si fidano e comincia così una delle cose più peculiari ed avvincenti del libro: un botta e risposta di missive. Prima il governatore scrive ad Artaserse, poi il re risponde, successivamente è il satrapo a scrivere e Dario a rispondere, infine Artaserse consegna una lettera ad Esdra. Un altro aspetto che si incontra qui per la prima volta (in alcuni capitoli) è la narrazione in prima persona, che favorisce l'immedesimazione e la partecipazione.
Esdra rileva l'idolatria diffusa e chiede al Signore aiuto e perdono. La bellezza della supplica che eleva a JHWH bilancia la tediosità di un altro paio di elenchi qua e là. La causa di tutti i mali viene riconosciuta nei matrimoni misti, che hanno contaminato la fede monoteistica di Israele (anche Salomone ci era cascato, nel Secondo Libro dei Re e nel Primo Libro delle Cronache).

Il libro di Neemia è molto simile a quello di Esdra: spostamenti tra la Persia e Gerusalemme, indigeni che mettono i bastoni tra le ruote, elenchi, suppliche, parti in prima persona, inganni, lotte. In particolare Neemia si occupa di ristrutturare le mura. I cittadini, schiacciati dal carico fiscale, si uniscono nella prima protesta sociale delle Bibbia: Neemia rinuncia alle sue spettanze da governatore e fa annullare i debiti dagli usurai.
Torna a farsi sentire il sacerdote Esdra, che si lancia in una maratona di lettura della Torah. Tuttavia la sua riforma non dura molto, nonostante le buone intenzioni e lo slancio iniziale, e il testo si chiude con la sua invocazione «Ricordati di me in bene, mio Dio!».

Nel complesso, promossi anche questi.

1 commento:

mOKa ha detto...

Se delle missive animano la lettura, mi immagino quanto ce ne fosse bisogno! Comunque abbiamo scoperto che anche gli scioperi hanno le loro radici nella Bibbia.