lunedì 4 gennaio 2016

Trentunesima tappa: Atti

Al contrario di quanto scrivevo in apertura del post sui sinottici, qui i passaggi noti per l'utilizzo nella liturgia (durante il tempo pasquale) sono soltanto una piccola percentuale dell'opera. La lettura risulta quindi pressoché priva di spoiler e affascinante anche per il contenuto: seguiamo infatti i primi passi della Chiesa nascente e le opere di Pietro e Paolo a metà del primo secolo, dall'Ascensione all'arrivo nel centro dell'impero romano.
L'autore è lo stesso del terzo vangelo e la dedica è sempre per Teofilo. Luca con questi due scritti (o meglio uno, successivamente diviso) si preoccupa di mostrare come l'annuncio del Regno iniziato da Gesù raggiunga gli uomini di ogni luogo e tempo tramite la Chiesa.
Come nel Vangelo, il racconto è scandito da tappe di viaggio, seguendo una traiettoria geografica: se nel Vangelo il movimento narrativo era orientato verso Gerusalemme, negli Atti il movimento è invece opposto: da Gerusalemme ci si sposta verso la Giudea, la Samaria, l'Asia Minore e l'Europa, dove si conclude a Roma (Wikipedia).
Mi soffermo su alcune cose che mi hanno colpito.
Nella prima comunità cristiana quanti possedevano campi o case li vendevano, mettevano a disposizione il ricavato che poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno. Un uomo di nome Anania vendette un suo podere ma, d'accordo con la moglie Saffira, tenne per sé una parte dell'importo. Pietro lo affrontò e lo accusò di aver mentito non agli uomini, ma a Dio. All'udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. In un secondo momento pure alla moglie toccò la stessa sorte.
Un tale di nome Simone, dedito alla magia, il quale mandava in visibilio la popolazione di Samaria, udendo la predicazione di Filippo, che recava la buona novella del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo, credette e fu battezzato. Vedendo che lo Spirito veniva conferito con l'imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro per ottenere la stessa capacità. Pietro ovviamente si rifiutò, ma da questo episodio deriva il termine simonia, usato per indicare l'acquisizione di beni spirituali in cambio di soldi.
Ad Efeso un certo Demetrio, argentiere, che fabbricava tempietti di Artèmide, radunò quelli che si occupavano di cose del genere (tipo una lobby del souvenir). Cresceva infatti la preoccupazione per il successo di Paolo nel convertire le persone, non solo lì, ma in tutta l'Asia. In particolare egli affermava che quelli fabbricati da mani d'uomo non sono dei, gettando discredito sulla categoria. La vicenda è nota come La sommossa degli orefici.

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