giovedì 18 giugno 2009

Il film di giugno: Ken il guerriero - La leggenda di Raoul

Da piccola mio fratello non poteva guardare Kenshiro con me nella stessa stanza. Lo odiavo, mi faceva paura. Poi col tempo mi ci sono assuefatta - o forse sono solo cresciuta - e tutte quelle teste e quei corpi che esplodevano non mi facevano più impressione. Guardavo quelle sagome scure che si deformavano e si afflosciavano a terra senza battere ciglio. In fondo, è solo un cartone.
C'è stato anche un periodo in cui mi sono davvero appassionata all'anime. Mi piaceva e mi piace ancora, specialmente l'ultima serie, in cui compaiono Lin e Bart grandi, e diciamocelo, altro che Ken, il vero figo della serie è Bart da grande. Il mio personaggio preferito in assoluto, però, è Rei, quello che taglia tutto (e tutti) con le mani. Mi piace da morire, sia la sua tecnica, sia la sua storia e come cambia atteggiamento nel corso della storia.
Inoltre Ken il guerriero è conosciuto da tutti per l'immensa provvista di gilet e pantoloni, fatti in serie, che possiede. Ogni puntata ne strappa un paio, ma poi, immancabilmente, la volta successiva, eccolo lì, vestito allo stesso identico modo di sempre. Magggico!
Questo lungo preambolo per dire che ieri sera sono andata a vedere il film di Kenshiro.
Non mi è dispiaciuto, ma devo ammettere che ha messo in evidenza un lato del cartone che non avevo mai colto: non esistono mezze misure. Si passa dai morti ammazzatti ai pianti e alle dichiarazioni melense d'amore per la, solita, signorina Giulia, senza nessun preavviso. Prima combattono e un secondo dopo piangono. Ma come?
C'erano tratti in cui davvero mi sembrava tutto ridicolo e mi veniva da ridere. D'accordo, se stiamo a ragionarci su bene, è tutto davvero ridicolo, perché lontano dalla realtà che viviamo, ma questo è irrilevante. Uno che va a vedere il film, sa perfettamente a cosa va incontro. Come io sapevo cosa aspettarmi. Sapevo che non era una storia nuova, ma una sorta di riassunto del cartone. Mi ha comunque lasciato addosso questa sensazione di ridicolo, di eccessivo, che sentivo molto meno presente nelle puntate della serie. Tra l'altro, non sono nemmeno riuscita a capire bene tutto il discorso finale su Raoul. Caspita, se mi spiegano le cose mentre piangono, io come faccio a capire bene? Un'altra curiosità, ma la tale Reina, c'era nel manga?
A dare il colpo di grazia la scena finale. Una bella nave in computer grafica, con una banale donna disegnata a bordo. Ma se tutta la pellicola è stata fatta in un modo, perché aggiungerci questo brandello di modernità proprio alla fine? Che senso ha?
Adesso che ho criticato il mito di tanti bimbi degli anni '80, non mi resta che cedere la parola a chi mi vuole lapidare. Prego, a voi!

8 commenti:

Unknown ha detto...

Ma Ken il guerriero avrà avuto lo stesso sarto dell'Incredibile Hulk? Alla faccia della crisi, quello si che c'avrebbe avuto lavoro assicurato! Avendo un fratello più grande anch'io da piccola ho vissuto le stesse sensazioni. L'episodio che mi impressionò particolamente fu quello dei gemelli murati vivi e lasciati agonizzare sotto un rigolo di gocce d'acqua che a ritmo costante colpiva le loro teste: che tortura atroce!

mOKa ha detto...

È vero Lara, mi ricordo quella puntata. Mamma mia, ogni tanto mi torna in mente quella tortura come una fra le più semplici ma terribili!

F/\B!O ha detto...

Sono i fratelli Harn, Buzz e Gil, maestri di una delle 108 sette di Nanto, la Tecnica del Falchi Gemelli della Croce del Sud. Vengono trovati da Bart imprigionati in un blocco di cemento armato da cui si liberano autonomamente, avendo finalmente trovato nell'Armata di Hokuto un motivo per farlo. In seguito salvano la vita a Bart e Lynn, comandanti dell'Armata, facendosi esplodere con un proiettile da mortaio nel tentativo, fallito, di uccidere il Generale Dorato Falco che li minacciava.

Stefano ha detto...

Bart di Villanova?

mOKa ha detto...

Credo fosse proprio lui, sì... Fabio, ma hai fatto un ripasso o ti ricordavi tutto a memoria?

Stefano ha detto...

Stavolta devo dare la massima solidarietà a Monica, neanche a me piaceva il cartone.
Ironia zero, situazioni paradossali, personaggi monocorde, un pò il contrario dei personaggi giapponesi usuali che magari salvavano vite umane e il mondo intero, ma avevano pregi e difetti come tutti noi e una volta compiuta la loro missione si rilassavano in piscina o facevano i dongiovanni o tornavano a scuola, ecc ecc

F/\B!O ha detto...

Mi ricordavo la situazione, ma non i dettagli: Wikipedia mi ha aiutato ;-)
Non mi stancherò mai di guardare Kenshiro...

Stefano ha detto...

boh, se voglio uno scenario post-apocalittico mi guarderò piuttosto Blade Runner 50 volte...e "Hardware" un bello e sconosciuto film cyberpunk