Una bambina dalla viva curiosità, viva e attiva, una bambina che non riesce a rimanere alla finesta senza aprirla, senza comunicare con il mondo. Una bambina che le maestre non sanno gestire, una bambina che, mano nella mano con la mamma preoccupata, varca un cancello che cresce, essendo costituito da due alberi, e viene accettata in una nuova scuola.
Una scuola al di là di ogni schema. Invece di aule, ha vagoni, invece di lezioni dense di spiegazioni, ha lezioni dense di passeggiate ed esperienze pratiche di vita. Invece dell'ora di ginnastica, nuotate in piscina senza costume, arrampicate sugli alberi e lezioni di euritmia.
Invece di un preside distante, un preside presente, pronto ad ascoltare quello che han da dire i suoi allievi, anche per quattro ore di fila. Pronto a chiedere a un alunno il perché di un suo atteggiamento, prima di sgridarlo.
Allievi espulsi o non accettati da altre scuole, che trovano uno spazio proprio in cui sentirsi accettati e apprezzati in questa scuola senza barriere.
La scuola si chiamava Tomoe. Una scuola che ogni lettore, ne son sicura, avrebbe voluto frequentare. Una scuola fatta di libertà, rispetto, amicizia, conoscenza, non solo dei libri, ma conoscenza della vita.
È una bellissima favola da leggere, una favola su un educatore che aveva consacrato, con amore sterminato, la sua vita ai bambini, aprendo una scuola innovativa e diventandone il preside.
Una bellissima favola, bella ancor di più se si pensa che è tutto vero. Che la scuola è esistita, che i compagni di scuola sono uomini e donne che attualmente vivono in Giappone, che la bambina alla finestra è l'autrice, che quell'uomo fantastico del preside purtroppo è morto qualche decennio fa, dopo aver fatto tanto bene.
Una favola un po' triste, sapendo che quella scuola è bruciata tra le fiamme della seconda guerra mondiale.
Solo un po' triste, però, perché qualcuno stava lì, a osservare la fine del suo sogno, sorridendo al pensiero di un futuro più luminoso.
5 commenti:
In un mondo perfetto Mark Chapman avrebbe ucciso Yoko Ono.
...provo a spiegarmi meglio: è vero, una scuola del genere sarebbe l' ideale , l'obbiettivo a cui puntare, un luogo dove non ti insegnano delle nozioni ma stimolano l' iniato spirito di apprendimento che c' èin ogni ragazzo.
...facendo i conti con la realtà...non è proprio così e a 26 anni mi sento in dovere di rigrazziare quel maestro elementare che ci colpiva in testa con una canna di bambu quando ne combianavamo qualcuna.....all' epoca lo odiavo.
Non ho specificato che non se ne andavano sempre a spasso. La mattina c'erano le lezioni teoriche, svolte in modo particolare, ma sempre supportate dai libri. Il pomeriggio si passava a attività più pratiche. Inoltre c'era una buon vagone-biblioteca.
Cmq, Roberto, ma che maestro avevi? Vi dava botte in testa con la canna di bambù? Un parente di Sampei?
Deve essere proprio una bella storia. Sono sicuro che mi appassionerebbe leggerla. Prendo nota cara Moka. Buona giornata:)!!!
Suggerimenti per la crisi di lettura...
pietra miliare del cyber punk:
Neuromante
del da poco scomparso Rigoni Stern:
Il sergente nella neve
dopo Il cacciatore di aquiloni:
Mille splendidi soli
imprescindibile sci-fi:
Io, Robot
inizio di una trilogia fantasy:
Eragon
del King nostrano:
Quell'estate di sangue e di luna
thriller dall'affascinante ambientazione giapponese:
Sol levante
ha ispirato Kubrick:
Arancia meccanica
allegoria sul valore di lettura, libri, storie:
Fahrenheit 451
dopo aver visto il film al cinema:
Io sono leggenda
Roberto mi ha addirittuta prestato i libri: Benni e Pennac.
Il prossimo libro del mese, magari, sarà uno di questi!
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