Ormai ne hanno parlato tutti e ci hanno pure fatto il film.
Devo dire che mi è piaciuto. L'avevo iniziato con qualche riserva, nel senso che, quando tante persone ti parlano bene di qualcosa, di solito l'aspettativa che ciò crea, porta a non apprezzare poi davvero l'oggetto in questione.
Le chiacchiere questa volta non mi hanno fuorviato.
I primissimi capitoli mi sono sembrati un po' freddi, nel modo di narrare. Nella mia testa collegavo la scrittura di Hosseini a quella di Pamuk, in Il mio nome è rosso. In entrambi mi sembrava che l'autore scrivesse facendo attenzione a non fare mai capolino tra le pagine.
La sensazione si è diradata e quasi annullata con il passare dei capitoli e degli avvenimenti.
La storia è forte e ben ambientata nella nostra contemporaneità. Mi sono commossa e indignita molte volte, perfino incuriosita leggendo della vita in Afghanistan. Devo ancora capacitarmi del fatto che i bimbi lì non vanno a scuola in inverno: il mondo va alla rovescia!
Il finale forse è un po' scontato, ma secondo me va bene così. Non lo cambierei.
Un libro che indaga su come una mancanza, un nostro rimpianto, possa condizionare in modo irreversibile tutta la vita futura. Credo che se ci fermiamo un secondo a riflettere ognuno di noi, forse in maniera lieve o accennata, troverà il proprio personale rimorso di coscienza che non ne vuole sapere di andarsene.
Devo dire che mi è piaciuto. L'avevo iniziato con qualche riserva, nel senso che, quando tante persone ti parlano bene di qualcosa, di solito l'aspettativa che ciò crea, porta a non apprezzare poi davvero l'oggetto in questione.
Le chiacchiere questa volta non mi hanno fuorviato.
I primissimi capitoli mi sono sembrati un po' freddi, nel modo di narrare. Nella mia testa collegavo la scrittura di Hosseini a quella di Pamuk, in Il mio nome è rosso. In entrambi mi sembrava che l'autore scrivesse facendo attenzione a non fare mai capolino tra le pagine.
La sensazione si è diradata e quasi annullata con il passare dei capitoli e degli avvenimenti.
La storia è forte e ben ambientata nella nostra contemporaneità. Mi sono commossa e indignita molte volte, perfino incuriosita leggendo della vita in Afghanistan. Devo ancora capacitarmi del fatto che i bimbi lì non vanno a scuola in inverno: il mondo va alla rovescia!
Il finale forse è un po' scontato, ma secondo me va bene così. Non lo cambierei.
Un libro che indaga su come una mancanza, un nostro rimpianto, possa condizionare in modo irreversibile tutta la vita futura. Credo che se ci fermiamo un secondo a riflettere ognuno di noi, forse in maniera lieve o accennata, troverà il proprio personale rimorso di coscienza che non ne vuole sapere di andarsene.
5 commenti:
ci penso un attimo...
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trovato!!
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eccone un altro!!
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un altro ancora!!
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basta, basta, mi fermo qua, troppi rimorsi!
Max Pezzali la pensava diversamente su rimpianti e rimorsi ^_^
Già!
Comunque tornando al discorso Stimoxina, è vero che codesto blog si attesta ora come ora al secondo posto nella classifica di Google, ma anche Evviva le donne, altro titolo di un post di Moka è in prima pagina, ad esempio..resta il fatto che la parola chiave "Stimoxina" non la batterai facilmente con altri titoli di post! ^_^
Come non detto, "E son stelle!" è al primo posto!!!
"E son stelle" batte "Stimoxina"...chi l'avrebbe mai detto...
Eh, immagino che non ci sia una marea di scritti in internet dal nome "E son stelle". Vorrei anche vedere quanti arrivano al mio blog con quella ricerca. Diciamo che me la tengo come soddisfazione personale.
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