martedì 10 giugno 2008

Celtival

Succede ogni tanto di capitare in un luogo, o non-luogo, che non corrisponde a quello di consueto conosciuto, in cui il tempo, o non-tempo, ha fatto uno strepitoso balzo all'indietro, d'improvviso dimentico di guerre mondiali, tecnologie e abiti unisex.
Ci ritroviamo così in mezzo a donne dai lunghi e fruscianti vestiti, coroncina di fiori in testa e passo leggiadro, quasi delle visioni, delle fate uscite dai libri.
Gli uomini, se non indossano anch'essi una lunga tunica, sembrano pronti a una di quelle battaglie così antiche, fatte di spade e onore, di cui nessuno porta più empirica memoria.
Lunghi mantelli riparano dal freddo e qualcuno pare abbia rubato il cappello a punta con il campanellino all'estremità a un folletto distratto.
L'idromele e il sidro sono i nettari dell'ebbrezza, quella che porta a ballare freneticamente al ritmo di cornamuse e tamburi.
Le tende illuminate dal fuoco sono il tocco finale: si respira nell'aria umida la magia e ogni oggetto diventa speciale, circondato da un alone di mistero reverenziale.
Un incanto che solo la cultura celtica è in grado di ricreare in questo secolo di stress e pragmaticità.

2 commenti:

F/\B!O ha detto...

Prima o poi avrò una cornamusa...

Pier ha detto...

W W la memoria, ma spero vivamente che non sia empirica!! ^_^