mercoledì 21 settembre 2016

Se i quadri potessero... - XVII secolo

Seconda puntanta sul Trittico della Vendetta di Hayez.
Se vi siete persi la prima puntanta la trovate qui.


Consiglio alla vendetta - Hayez


Rientro in casa. Trovo la mia integrità davanti a Mattia, anche se sento ancora l'eco dell'altra me che piange.
Non so come comportarmi. Stringo la lettera fino a quando non scompare nella mia mano in un rottame di pieghe. Sono riuscita a non farla bagnare troppo: c'erano scritte giusto poche parole “So che sei stata tu!”
Mi monta una rabbia dentro che non credevo di poter provare. Mi hanno incastrato. Certo, sono stata io ad avvelenare quell'uomo, ma chi mi ha preparato la siringa con il veleno?
Io sono un'infermiera, non prescrivo farmaci. Il dottore mi ha ingannata. Ingannata e incastrata. Come mi difendo?
Era un paziente che aiutavo a domicilio, allettato. Un dolce nonnino che aveva sempre una battuta simpatica per salutarmi, anche quando i dolori lo tormentavano.
L'ho ucciso io. 
La polizia sta indagando e ovviamente io sono un'indiziata. Poiché era un signore anziano, non si stanno dando grande affanno. Non per questo mi sento al sicuro.
Vorrei liberarmi la coscienza, ma mio marito continua a dirmi di non confessare. Per lui, ma soprattutto per Mattia. Che ne sarà della mia famiglia?
Cerco disperatamente aria, mi sembra che nella stanza ce ne sia troppo poca.
Un pensiero mi attraversa con una scarica di calore: né io né la mia famiglia patiremo le conseguenze delle cattiverie altrui. So chi ha voluto la morte del buon uomo. La nipote, la nipote senza lavoro in cerca disperata di eredità. Lei è l'autrice di tutto, anche della lettera che ora mi si incolla tra le dita sudate. Vuole che io venga arrestata, così nulla potrà più separarla dal suo denaro.
I muscoli del viso si muovono senza che io lo voglia e sento la mia bocca distorcersi in un ghigno.
Ho già ucciso una volta, senza saperlo. Posso rifarlo. Posso uccidere e farlo diventare per tutti un suicidio. Un suicidio per pentimento.
Le varie me si scindono di nuovo. Quella che mi diceva che passerò dei guai è sconvolta e cerca di dissuadermi, quella che non trovava aria si sente all'improvviso libera e quella che piangeva, ora ride. L'eco delle sue risate copre le ammonizioni della me saggia e coscienziosa.
E rido anche io, per un attimo.
Mattia si gira e gli sorrido andandogli vicina.
Accarezzo mio figlio che torna a giocare sereno e poi mi dirigo in cucina. Prendo una ciotola capiente e la riempio d'acqua. Prendo la lettera con l'accusa segreta e la brucio. Osservo le fiamme finché non mi scottano le dita, poi affogo le ceneri. Frammenti neri galleggiano sul limpido.
Sono pronta a seguire il mio consiglio alla vendetta.

2 commenti:

F/\B!O ha detto...

Ma la nipote e il dottore sono in combutta?

mOKa ha detto...

Direi di sì. Come abbia fatto lei a convincerlo te lo lascio immaginare.