Se i quadri potessero... - XIX secolo -

La rubrica d'arte e scrittura continua con 

Cafe Terrace Place du forum - Van Gogh

Ora di magia

E se aspettassi ancora un po', qui fuori, in questa notte in cui le stelle sembrano piccoli soli ardenti di desiderio?

Potrei ordinare ancora un buon caffè con panna, che mi fa sentire molto francese, anche se di francese lui, come me, non ha nulla.

Potrei starmene qui seduta ad ascoltare tutti i dialoghi che si infrangono allegramente sulla mia nuca, attorcigliandosi tra i miei ricci, tra r mosce, accenti vezzosi e s molto chic.

Cambio posizione e i miei tacchi affondano nel tappeto arancione sgargiante, in una sensazione burrosa che mi fa sentire coccolata e indolente.

Davanti a me edifici bui si stagliano verso l'alto, formando sagome di spade pronte a infilzare il grembo del firmamento, pronte a combattere la lotta atavica, della terra contro  il cielo. Non lo faranno, lo so: resteranno come perenni sentinelle a sorvegliare noi formiche dibatterci nella vita e gli astri a dondolarsi lentamente lassù, a metà strada tra il finito e l'infinito.

Dei movimenti distraggono la mia fantasia: tre donne in abiti pretenziosi si accomodano con gran chiacchiericcio, inciampando sui propri piedi e sbattendo le importanti natiche sulle seggiole, nel tavolino vuoto davanti al mio.

La pace è finita e con essa la poesia.

Non attenderò più seduta nel piccolo bistrò vicino alla Senna. Non ordinerò un altro caffè con panna.

Mi alzo e appoggio le mani sul tavolino bianco rotondo, instabile.

Prendo la borsetta e mi domando se mai arriverà. Io attendo. Prima o poi arriverà, in quest'ora di magia, con le stelle che si amano in cielo, giungerà la mia scintilla, anche solo per breve incontro.  Lei sa che sono qui, con la fiducia nel cuore e la serenità nella mente.

Io sono stabile in questa città e in me stessa. Se lei vorrà tornare dalla sua mamma, io ci sarò, sempre qui: tra le seggiole e i tavoli traballanti, le r rotolanti e i nostri amati caffè con la panna.