giovedì 14 gennaio 2016

Trentaduesima tappa: Lettere di Paolo

Non mi piace molto lo stile linguistico di queste opere e se mi capita di leggere in chiesa cerco sempre di evitarle. Pur ricche di giochi di parole, parallelismi, antitesi e immagini, spesso non risultano fluide e scorrevoli, piuttosto arzigogolate e pesanti (anacoluti, sospensioni del periodo).
Sono 13 e vengono scritte, indirizzate a singole persone o intere comunità, in risposta a bisogni specifici o a eventi sociali. Paolo ovviamente non le ha pensate per essere raccolte in un libro, ma per mantenere i legami con le comunità da lui fondate o visitate in precedenza.
Lettera ai Romani: chiarisce come ogni differenza religiosa, razziale, sessuale, ecc. sia superata nella fede in Cristo.
Prima e Seconda lettera ai Corinzi: fazioni contrapposte, immoralità imperante, comunità nel caos.
Lettera ai Galati: sostiene duramente che non serve essere ebrei prima di cristiani.
Lettera agli Efesini: è Gesù che dà senso a tutto e i cristiani dovrebbero esserne manifestazione.
Lettera ai Filippesi: gioiosa pur scritta in prigione, esorta all'unità ed è incentrata su Cristo.
Lettera ai Colossesi: contro le eresie, in particolare quelle sulla figura di Gesù.
Prima e Seconda lettera ai Tessalonicesi: incoraggia a proseguire nel cammino, ad essere operosi, tranquillizza sulla seconda venuta del Messia.
Prima e Seconda lettera a Timoteo, Lettera a Tito: dette lettere pastorali, sono piene di indicazioni e suggerimenti sul governo della Chiesa.
Lettera a Filemone: lo schiavo non è una cosa ma un fratello.

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