venerdì 17 aprile 2015

Merito dell'eclissi

L'incipit di questo testo me l'ha consegnato una ragazza, che fa parte con me di un progetto, un blog in cui una volta a settimana, a turno, gli aderenti scrivono un racconto. Questo sabato uscirà il mio, ma mi era frullato in mente anche questo di testo, partendo dallo stesso incipit. Per cui, ecco qui, il secondo testo sull'eclissi. Domani andate a leggere l'altro https://scrittoriincorso.wordpress.com/ e ditemi quale preferite.

“È tutta colpa dell'eclissi!”, aveva detto un uomo sulla sessantina entrando nel locale. “È tutta colpa dell'eclissi!”. Gli aveva creduto.

Forse non proprio creduto, era più una constatazione.
Quel giorno si era svegliata emozionatissima! Adorava le eclissi, le stelle, l'universo. Tutto quello che la portava su, lassù, che la avvicinava anche solo con lo sguardo al cielo. Non era andata, però, come credeva. 
Angela andava ancora a scuola, quinta superiore. Aveva già deciso da tempo che l'anno seguente avrebbe studiato astronomia. Era il suo sogno da sempre. 
Si era preoccupata di avere nel Freitag la lastra del polso rotto di suo fratello. Sua madre non ne sarebbe stata felice, ma non doveva saperlo. Indossò senza pensarci troppo un maglione largo grigio e un paio di jeans skinny neri. Un contrasto che adorava. Comoda sopra e sexy sotto. Poi bastava togliere il maglione e rimanere con la maglietta semplice, in caso di caldo o di bisogno di apparire. 
Non si pettinò i capelli, come al solito, ci si incastrò dentro le dita per raccoglierli in coda, si scapicollò per indossare le converse gialle e scappò di corsa fuori di casa. Non aveva nemmeno fatto colazione.
Aveva appuntamento con Stefania per copiare i compiti di matematica. L'eclissi era la gioia della sua giornata, ma doveva sempre andare a scuola. E non li aveva proprio capiti quegli esercizi. 

Bene. Da qui in poi il disastro. Nell'ordine: bucò la ruota della bicicletta, Stefania non si era svegliata, per cui niente compiti e, con la bici a mano, arrivò tardi a scuola. 
In classe il prof la rimproverò come se avesse massacrato un cucciolo indifeso. Era affannata e scarmigliata (anche se non era una novità) e interrogata. Dopo due domande era al posto con un nuovo 4 nella sua collezione di insufficienze, a dire il vero molto limitata. Poteva andare peggio? 
Certo, guardò fuori: nuvole, nuvole, nuvole. Non sarebbero state loro a impedirle di dare almeno un'occhiata all'eclissi. Con la lastra avrebbe visto. 
Diede uno sguardo distratto all'interno del suo zaino e... non la vide. Si abbassò a rovistare con la gola chiusa. L'aveva, lo sapeva. Lo sapeva, prima di uscire aveva controllato. Sì, certo, prima di uscire. Poi aveva bucato ed era arrivata tardi al bar dove doveva incontrare Stefania. Lei però non c'era. Certo! Si era fermata davanti al bancone per cercare il cellulare nello zaino, ma l'avevano urtata e le era caduto un libro... ma per terra non c'era altro, solo il libro! Di sicuro era scivolata fuori e finita chissà dove. Niente eclissi! Si poggiò sconsolata alla sedia. Poi le venne in mente che era la lastra. La lastra di suo fratello. Si portò la destra sulla fronte: doveva dire ai suoi della bici, del 4 e della lastra perduta. Troppe cose in una giornata sola! Sperando che non si aggiungesse altro. 
Ormai era andata, ma le rodeva troppo perdere l'eclissi. Cominciò a chiedere a sussurri agli altri se avessero qualcosa per poterla vedere. Marco le rispose: gli occhiali. L'avrebbe ammazzato: dai, non si guarda il sole con gli occhiali scuri! Niente, nessuno.
Sbuffò, era destino. Una giornata di merda, altro che. 

Si avvicinò l'ora del massimo oscuramento e non riuscì a trattenersi. Chiese al prof di uscire. Ci sarebbe stata la ricreazione a minuti, ma non poteva aspettare. Il prof la guardò storto, ma acconsentì. Corse in giardino, con il suo maglione che le faceva da ali. Guardò in cielo attraverso le dita, con gli occhi socchiusi: vide solo nuvole. "Uffa", disse a alta voce. 
"Tieni" e si ritrovò davanti agli occhi una lastra nera. D'impulso la studiò: no, non era la sua. Poi la usò come filtro e finalmente i suoi occhi localizzarono la falce di sole. I suoi problemi scomparirono per un secondo. Che meraviglia! 
Poi abbassò gli occhi e guardò la mano, il braccio e infine la ragazza che le porgeva la lastra. Era alta, elegante nei suoi pantaloni neri con la riga e una giacca a fiori neri e rosa. Una bionda da paura. I capelli perfetti, il trucco leggero e curato. Proprio come lei.
"Grazie"
"Prego, sono felice di non essere la sola pazza che esce dalla classe per osservare lo spettacolo."
Sorrisi. Già, anche io ero felice. 
"Però, la prossima volta attrezzati!" le disse sventolando la lastra.
Non bloccò la smorfia, ma non le rispose. Dietro di loro le porte si aprirono e uscirono i primi ragazzi per la ricreazione. 
"Ehy, io sono in 5°c!"
Annuì, mentre la bionda se ne andava sorridendo e salutando. Forse si era trovata una nuova amica, pazza del cielo come lei.
Prima di tornare a casa passò al bar, dove, in teoria, aveva perso la lastra. Forse almeno un punto negativo della giornata lo poteva ribaltare.  
“È tutta colpa dell'eclissi!”, aveva detto un uomo sulla sessantina entrando nel locale due passi dietro a lei. “È tutta colpa dell'eclissi!”. Gli aveva creduto.
Se non avesse avuto la testa persa nell'evento non sarebbe accaduto nulla. Avrebbe capito gli esercizi i giorni prima e magari avrebbe evitato le schegge di vetro sulla strada. 
Ma non avrebbe conosciuto quella bionda pazza e pazzesca. 
"Scusi, stamattina penso di aver perso una lastra. L'avete trovata?"
"Ah, sì. Me l'ha lasciata nel retro il mio collega. Te la vado a prendere."
"Davvero? Grazie grazie grazie!". Sì, sì. Voleva saltare di gioia, ma non lo fece. Lastra recuperata, la bici l'avrebbe lasciata nelle mani di suo fratello e il 4, beh, l'avrebbe di sicuro recuperato.
No, non credeva al sessantenne (aveva graffiato la macchina per colpa sua, non dell'eclissi!). 

Alla fine era stata una gran giornata, particolare, da ricordare. 5°c... Era tutto merito dell'eclissi!



1 commento:

F/\B!O ha detto...

preferisco la versione soprannaturale :)