Ho scelto di commentare questo libro di Sciascia perché è stato il primo vero romanzo incentrato sulla mafia. Un pre-Gomorra per chiarirci. È importante. Come esplica l'autore nella nota, dalla prima stesura alla definitiva ci sono di mezzo molti tagli, o come dice il buon Leonardo "mi sono dato a cavare, a cavare".
Con la mafia non si scherza, Saviano lo sa bene, e Sciascia pure, perciò quello che voleva scrivere l'ha scritto, ma lasciando molti sottintesi e se vogliamo molti buchi. Non difficili da riempire, comunque.
Il racconto termina in modo frustrante e credo sia il finale più adatto a un simile libro. Senza dimenticare, però, la scintilla di speranza che non si spegne, ma arde con vigore. Si racconta delle indagini su di un omicidio, collegato a un altro omicidio, collegato a traffici poco puliti su cui si piazzano considerazioni varie dei siciliani e della vita.
Se pensiamo a Montalbano niente di nuovo, ma specifico l'anno di pubblicazione: 1961.
A parte tutto ciò, quello che mi ha colpito di più in questo romanzo è stata la scrittura dell'autore: magnifica. È riuscito a creare delle descrizioni speciali di cose anche banali, semplicemente inserendo un verbo estraneo al contesto, come nella citazione inserita nella mia colonna Parole in testa in cui tratteggia alcune vecchie su un autobus. Quello è solo un esempio, ci sono molte frasi che mi hanno colpito per la freschezza ma soprattutto perché arrivavano nel testo in modo inaspettato, mutando il valore dell'intera pagina.
L'ho letto in breve tempo e senza mai noia: ho scoperto davvero un grande scrittore.
Con la mafia non si scherza, Saviano lo sa bene, e Sciascia pure, perciò quello che voleva scrivere l'ha scritto, ma lasciando molti sottintesi e se vogliamo molti buchi. Non difficili da riempire, comunque.
Il racconto termina in modo frustrante e credo sia il finale più adatto a un simile libro. Senza dimenticare, però, la scintilla di speranza che non si spegne, ma arde con vigore. Si racconta delle indagini su di un omicidio, collegato a un altro omicidio, collegato a traffici poco puliti su cui si piazzano considerazioni varie dei siciliani e della vita.
Se pensiamo a Montalbano niente di nuovo, ma specifico l'anno di pubblicazione: 1961.
A parte tutto ciò, quello che mi ha colpito di più in questo romanzo è stata la scrittura dell'autore: magnifica. È riuscito a creare delle descrizioni speciali di cose anche banali, semplicemente inserendo un verbo estraneo al contesto, come nella citazione inserita nella mia colonna Parole in testa in cui tratteggia alcune vecchie su un autobus. Quello è solo un esempio, ci sono molte frasi che mi hanno colpito per la freschezza ma soprattutto perché arrivavano nel testo in modo inaspettato, mutando il valore dell'intera pagina.
L'ho letto in breve tempo e senza mai noia: ho scoperto davvero un grande scrittore.
2 commenti:
Sciascia mi manca in toto e in questo inizio d'anno ho già una manciata di libri in coda...
La Giovanna Valentina Pozzati aveva ragione?
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