Estività

In ufficio c'è una sonnolenza febbrile.

A un giorno e qualche ora dalla chiusura estiva, i movimenti sono un po' stanchi, un po' lenti e si notano, svoltando l'angolo, mise vagamente vacanziere e insolitamente colorate (i grandi capi godono già del meritato riposo, lontani dalle nostre scrivanie).

Eppure c'è da fare: le segretarie maledicono coloro che si svegliano all'ultimo minuto per terminare certi lavori, sempre urgenti, cancellando inesorabilmente il sogno di una settimana a ritmi blandi, in preparazione della pacchia casalinga o semplicemente confacente alla calura d'agosto che toglie le forze.

Io mi sento dentro questa sonnolenza indaffarata. La prima perché ho sonno, tanto per cambiare, e soffro l'afa, la seconda perché questa settimana sostituisco un collega e sono diventata una tutto-fare. La cosa non mi dispiace affatto.

Oltre a ciò, si aggiunge il dovere di sbaraccare. A settembre molto probabilmente non sarò più qui, perciò devo restituire il mio posto alla legittima proprietaria, rendendolo il più possibile asettico, con rare, e potenzialmente utili, tracce della mia permanenza annuale.

Ogni giorno tiro via un pezzo di me dal mio quasi ex bancone. Un po' mi spiace.

Domani sarà dura: dovrò togliere tutte le cartine dei baci, i post-it con citazioni e le mini-scarpette da danza dai lati dello schermo del computer. Diventerà di nuovo un pc qualsiasi.

Sarò comunque felice, domani, di chiudermi la porta alle spalle, sapendo che lunedì finalmente si dorme.

Sempre che mamma permetta!