giovedì 19 giugno 2008

Bolle

Ho visto tante bolle salire. Salivano salivano, senza alt o stop. Senza pause o giravolte. Senza ripensamenti o esitazioni. Avevano una pazzesca fretta. Precipitose si precipitavano verso l'alto. Precipitevolissimevolmente.
Incautamente: volevano uscire!
Che non si rendessero conto che stavano andando a morire?
A morire?
Magari no, lo dico io. Magari in realtà, si buttavano dentro la libertà.
Non so, non son bolla io. E mai lo sarò, ohibò.
Almeno lo spero.
Se lo diventassi, sarebbe una tragedia non da poco.
Un corpo a sfera il cui interno è pura aria. E il mio cuore dove lo caccerei? Dove lo conserverei? Non potrebbe nemmeno battere troppo forte se riuscissi a metterlo dentro me-bolla: rischierei di rompermi! Di scoppiare, inesorabilmente scomparire.
Svanire in mille frammenti d'aria nell'aria... Non mi troverei più. Confusa nell'etere, non saprei più chi sono, chi ero e cosa facevo.
Meglio di no, meglio rimanere me-persona e fermarmi a guardare una brocca d'acqua frizzante, in cui ogni bolla sembra impegnata in una gara di corsa!

2 commenti:

Pier ha detto...

Ohhh...ma quanti bei "+" si librano nell'aere di codesto blog! :))
Precipitevolissimevolmente...la parola italiana più lunga, mitica!
Anch'io alla pausa pranzo talvolta mi son sorpreso nell'osservare la vitalità della brocca dell'acqua con le bolle!
Ehiii...sono una bolla solitariaaa!!c'è nessuno?!?

F/\B!O ha detto...

Sono finte!

... lo so, non c'entra, ma è una delle esclamazioni più belle della pubblicità ;-)